Come l’arte può essere integrata in un portafoglio d’investimento per una diversificazione efficace?
Quali sono i rischi e i benefici associati agli investimenti nell’arte rispetto ad altre classi di attività?
Queste sono due delle domande più frequenti che mi vengono poste principalmente dai ConsulentiFinanziari con i quali parlo della possibilità di inserire l’Arte negli asset di investimento.
Ovviamente non c’è una risposta assoluta, ma quella più corretta è che le opere d’arte di artisti che si stanno consolidando è un ottimo modo per diversificare il patrimonio dei propri clienti ed i vantaggi sono tanti:
📌 Avere un bene che nel tempo aumenta di valore (se l’artista ha nella sua creazione una ricerca importante)
📌 Iniziare una collezione (per avere tra l’altro una risonanza d’immagine)
📌 Avere dei vantaggi fiscali (dando sempre un occhio all’inerenza rispetto al bilancio)
📌 Poter contribuire alla diffusione di arte e cultura diventando un nuovo mecenate (i Medici fecero grande Firenze…. ed erano banchieri, non esperti d’arte)
Sì.. ok… ma i rischi?
L’arte è un bene illiquido e come tale non produce una redditività immediata se occorre monetizzare in breve tempo. Le dinamiche del mercato secondario (quello dopo la prima vendita) sono più complesse rispetto all’acquisto diretto dall’artista o dalla galleria rappresentante: la ricerca di un collezionista interessato all’acquisto, le richieste economiche…
Un altro possibile ostacolo potrebbe essere quello dei costi “occulti” come le assicurazioni per la tutela dell’opera, la sua conservazione, possibili restauri futuri…
… e la svalutazione dell’artista? il disinteresse del pubblico e quindi il suo deprezzamento? le “mode” del momento?
Sono tutti dubbi leciti ma per ognuno di loro c’è una risposta che un ArtAdvisor, come me, può fornire e così facendo squadra insieme, dare una consulenza a 360°.
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