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Marco Ragana

Amo osservare le cose, ascoltare le persone.
Lo faccio tutte le volte che posso con la mia polaroid. Uso la fotografia a sviluppo istantaneo per rappresentare l’armonia e il contrasto nella stessa immagine.
C’è sempre una nota sbagliata nell’armonia, una porta che si apre al caos che può ribaltare un ordine apparentemente immutabile.

Le polaroid, scattate con le vecchie fotocamere, sono per natura poco addomesticabili.
La loro imprevedibilità le rende il pennello per tracciare i segni nella mia tela, dove intendo creare immagini con una voce grottesca, una voce erotica e una voce poetica. Il linguaggio enigmatico di queste istantanee con i colori pallidi nelle cornici quadrate rivela il mio diario di incontri, svela personaggi con caratteristiche contraddittorie, controverse. Carne e sangue, dolore e piacere, dolore e desiderio, rivelazioni o enigmi da risolvere impressi nel quadro si svelano.
Se mi chiedete cosa vedo nelle foto che faccio vi dico che vedo canzoni e film. Se mi chiedete chi sono le persone che ho ritratto vi dico che sono attori. Attori che hanno messo in scena la loro storia da raccontare, sono corpi che hanno danzato, voci che hanno cantato le loro canzoni.
Li ho semplicemente ospitati nelle mie stanze.

https://www.marco-ragana.com/