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Eva Tazzari

Inizio a raccontare l’arte di Eva Tazzari immerso nei giorni di questo presente distopico, osservando il mondo attraverso un filtro “digitale”, deviato e forse fuorviante. Gio che era vero ieri, oggi svanisce, in
un proliferare di significati sempre cangianti. La sua arte mi richiama, mi costringe ad osservare quello che
sta accadendo intorno a noi, nel mondo, nell’attimo presente, giusto il tempo di scorrere con il dito
sull’immagine di un social e passare a quella successiva.
Immagini e immagini che si ripetono all’infinito.
Occorre fermarle, per riappropiarci del nostro tempo, per osservare in profondità quello che stiamo vedendo.
Uno sguardo quindi che cessa di essere passivo per farsi attivo, discriminante, riflessivo e perchè no,
filosofico.

Eva Tazzari, come tutti gli artisti che dentro hanno immagini profonde che poi portano alla superficie
attraverso opere fisiche, ha la potenza dell’artista che disvela, toglie il velo, mostra attraverso il
gioco e l’intuizione quanto sia grande il gioco stesso e cosa si nasconda dietro l’apparenza. Allora
estrae elementi visivi, oggetti trovati, materiali industriali e li ricompone in composizioni scultoree
che inserisce all’interno della sua narrazione degli eventi. Si approccia alla materia con fare ludico e
allo stesso tempo disincantato e racconta il mondo presente con frammenti disarmanti, a volte estremi,
restituendo opere che parlano nell’immediato, prive di filtri. Alcune spaventano altre aprono orizzonti
percettivi confusi, irrisolti, aperti ad una fruizione ancor più polisemica.

https://evatazzari.com/